COME L'ACQUA DI SEBILJ
EVENTI SPECIALI
INTERVISTA A RADIO ENERGY SU "COME L'ACQUA DI SEBILJ"
Recensione
Articolo tratto da "Il torinese", di Marco Travaglini
INTERVISTA A RADIO ENERGY SU "COME L'ACQUA DI SEBILJ"
Recensione
Articolo tratto da "Il torinese", di Marco Travaglini
È possibile continuare a sognare pur essendo stati vittime di una guerra?
Cosa significa lasciare la propria casa per sfuggire alla morte?
Una delicata storia d'amore con sullo sfondo la guerra dell'ex Jugoslavia.
Negli anni ’90 l’ex Jugoslavia si è disgregata attraverso una sanguinosa guerra civile. “Come l’acqua di Sebilj” ci fa entrare nella vita quotidiana di uno dei tanti campi profughi nei quali, persone comuni, hanno trovato rifugio dopo essere state costrette a fuggire dalla distruzione.
Il romanzo inizia a Torino, nel 1993. Marco, il protagonista, ha 26 anni, frequenta l’università senza troppo impegno e vive totalmente indifferente a tutto ciò che gli accade attorno. Il suo sogno è diventare un atleta professionista, giocando a calcio a 5. Per lui gli amici sono solo compagni di divertimento e le ragazze una piacevole distrazione. Questo suo mondo artificiale, si scontrerà con la durezza della vita di un campo profughi in Slovenia, nel quale, suo malgrado, verrà costretto ad andare. Questo libro ci racconta una storia che sarebbe potuta accadere a chiunque, perché, come dirà Marco: “l’unica differenza tra me e i profughi di questa guerra, è la fortuna di essere nato in un posto diverso”. Il lettore si scoprirà essere, così come lo è Marco, soltanto uno spettatore inerme di fronte alle tragiche testimonianze dei profughi. Queste vittime, nel tentativo di sopravvivere, hanno abbandonato tutti i loro beni e corrono seriamente il rischio di perdere anche loro stesse, sopraffatte dal dolore. Che cosa può nascere da tutto ciò? La risposta scontata è la violenza. La meno ovvia è la speranza. Quella più inconcepibile è l'amore. Il lettore non potrà rimanere indifferente perché, pur essendo un romanzo con personaggi di fantasia, racconta vicende realmente accadute. Soprattutto non dovrà essere indifferente perché questa guerra, che si è conclusa ormai più di vent'anni fa, non è stata altro che il preambolo ad altre guerre che sono state scatenate in seguito. Se è vero che si può impazzire per il dolore, è anche vero che dalla sofferenza può rinascere l'amore. La lotta per la sopravvivenza, il ricordo delle persone care, l’amore e la speranza sfidano la violenza perché, anche là dove sembra che non ci sia alcuna ragione per sognare, esiste la possibilità di un trovare un posto migliore dove riprendere a vivere.
Scarica qui la brochure di presentazione del romanzo.
Se lo vuoi acquistare clicca qui
Foto di dorofa da Pixabay
Cosa significa lasciare la propria casa per sfuggire alla morte?
Una delicata storia d'amore con sullo sfondo la guerra dell'ex Jugoslavia.
Negli anni ’90 l’ex Jugoslavia si è disgregata attraverso una sanguinosa guerra civile. “Come l’acqua di Sebilj” ci fa entrare nella vita quotidiana di uno dei tanti campi profughi nei quali, persone comuni, hanno trovato rifugio dopo essere state costrette a fuggire dalla distruzione.
Il romanzo inizia a Torino, nel 1993. Marco, il protagonista, ha 26 anni, frequenta l’università senza troppo impegno e vive totalmente indifferente a tutto ciò che gli accade attorno. Il suo sogno è diventare un atleta professionista, giocando a calcio a 5. Per lui gli amici sono solo compagni di divertimento e le ragazze una piacevole distrazione. Questo suo mondo artificiale, si scontrerà con la durezza della vita di un campo profughi in Slovenia, nel quale, suo malgrado, verrà costretto ad andare. Questo libro ci racconta una storia che sarebbe potuta accadere a chiunque, perché, come dirà Marco: “l’unica differenza tra me e i profughi di questa guerra, è la fortuna di essere nato in un posto diverso”. Il lettore si scoprirà essere, così come lo è Marco, soltanto uno spettatore inerme di fronte alle tragiche testimonianze dei profughi. Queste vittime, nel tentativo di sopravvivere, hanno abbandonato tutti i loro beni e corrono seriamente il rischio di perdere anche loro stesse, sopraffatte dal dolore. Che cosa può nascere da tutto ciò? La risposta scontata è la violenza. La meno ovvia è la speranza. Quella più inconcepibile è l'amore. Il lettore non potrà rimanere indifferente perché, pur essendo un romanzo con personaggi di fantasia, racconta vicende realmente accadute. Soprattutto non dovrà essere indifferente perché questa guerra, che si è conclusa ormai più di vent'anni fa, non è stata altro che il preambolo ad altre guerre che sono state scatenate in seguito. Se è vero che si può impazzire per il dolore, è anche vero che dalla sofferenza può rinascere l'amore. La lotta per la sopravvivenza, il ricordo delle persone care, l’amore e la speranza sfidano la violenza perché, anche là dove sembra che non ci sia alcuna ragione per sognare, esiste la possibilità di un trovare un posto migliore dove riprendere a vivere.
Scarica qui la brochure di presentazione del romanzo.
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Foto di dorofa da Pixabay